Beste 1999
[Abstract stammt von der Webseite des DAI Rom]
Resümee: Le prime indagini svolte nell’anno passato sull’area sotterranea del Colosseo, hanno riguardato nello specifico la suddivisione in fasi degli ipogei e hanno prodotto risultati soddisfacenti. Oggetto della ricerca di quest’anno è individuare quali siano le funzioni dei diversi corridoi che suddividono gli ipogei per una più precisa comprensione della dinamica della struttura e per un quadro più esauriente da un punto di vista cronologico del Monumento. Dal rilievo e dallo studio architettonico del corridoio B comprensivo di ogni dettaglio, è possibile chiarire la funzione di esso nella fase I, datata in età flavia. I risultati dell’indagine illustrano che in tale corridoio erano stati installati 28 ascensori e 28 argani per mezzo dei quali era permesso alle gabbie di salire o scendere dal sotterraneo. Il funzionamento di tale sistema era in modo tale che ad una gabbia seguiva un argano e per il poco spazio (1,98 m.) di larghezza del corridoio e il grande peso delle gabbie, gli argani erano costruiti su due livelli. Su di essi, gli schiavi (in numero di otto) venivano costretti a girarne i raggi. Si potrebbe quindi pensare che il primo piano, dove veniva utilizzato l’argano, era il livello del corridoio B, mentre il secondo era costituito da una piattaforma in legno situata ad un’altezza di ca. 1,50 m. dal primo livello. Da sottolineare rimane il fatto che le gabbie, gli argani e le altre installazioni relative al sistema degli ascensori, erano situate sotto l’impalcatura dell’arena e non visibili agli spettatori. Gli ascensori, il cui sistema di funzionamento in questa fase I era dal punto di vista tecnico ineccepibile, non ha mantenuto nel tempo tale grado di avanzamento e perfezione. Essi erano utilizzati per le grandi venationes che si svolgevano nell’arena e avevano un funzionamento logico e organizzato. Dopo che le fiere, provenienti dalle tenute imperiali, venivano immesse nelle gabbie, esse erano trasportate nello stretto corridoio A durante la notte o di primo mattino. Tali gabbie venivano sollevate da un sistema di argani che permetteva loro di raggiungere l’impalcatura dell’arena grazie ad una rampa mobile che si apriva automaticamente per consentire alla belva di entrare in essa. Quale precisione e sviluppo tecnico vi fosse in tale sistema di ascensori appare palese dal perfetto collegamento tra le gabbie e le rampe mobili e dal fatto che le une abbiano fatto da contrappeso alle altre. Ciò significa che il peso della parte inferiore della rampa sosteneva l’argano in modo che il peso della gabbia si riducesse. Viceversa la gabbia in discesa era di aiuto per la chiusura della rampa mobile nella impalcatura dell’arena. Per quanto riguarda l’altezza delle gabbie essa è determinata dal rilievo e dallo studio architettonico del corridoio B e dalla ricostruzione dell’impalcatura in legno dell’arena; esse non superano il metro, a significare con quanta difficoltà vi dovessero entrare animali diversi da lupi, orsi, cinghiali, felini. Gli animali con un’altezza superiore al metro, come tori, elefanti o ippopotami entravano giocoforza direttamente sul livello dell’arena e non - come ritenuto finora - con un sistema di ascensori dagli ipogei sull’arena. Nella fase Ia, datata probabilmente al II sec. d. C., i pilastri del corridoio B subiscono una destabilizzazione dovuta a terremoti, assestamenti del terreno e forse anche ai giochi nell’arena. Per ovviare a tale problema si costruiranno degli archi in laterizio situandoli tra i pilastri ad un’altezza di ca. 5,0 m. In seguito a ciò vennero eliminati gli ascensori (come chiarisce la situazione del corridoio B in questa fase) e, al posto di essi, si costruirono alcune rampe fisse di legno per garantire alle belve di accedere all’arena.