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227–230

Iacopo Sadoleto schrieibt am 18. Juni 1527 an Giovanni Francesco Bini und erwähnt Pietro de l'Aspello, Lazaro

(Lazarus Bonamicus)  und Claudio (Tolemei?)

hierzu siehe https://books.google.de/books?id=I5od7n2GSbYC&pg=PA179&dq=jacopo+sadoleto+Pietro+del+Aspello&hl=de&sa=X&ved=0ahUKEwjpoJH8l_vcAhUCiIsKHe4KAuYQ6AEIMjAB#v=onepage&q=jacopo%20sadoleto%20Pietro%20del%20Aspello&f=false

hier S. 179 Text abgedruckt mit Kommentar

Zu Iacopo Sadoleto 

Sadolèto, Iacopo. - Umanista ( 1477 -  1547). Segretario dei brevi (1513-27, salvo che sotto il pontificato di Adriano VI); vescovo di Carpentras (1517), cardinale (1536). Ebbe delicate mansioni politiche ed ecclesiastiche; nel Concilio di  le sue parole furono di pace e moderazione. Scrisse carmi e poemetti eleganti, tra cui il De Laocoontis statua (1506); ma la fama maggiore gli venne dall'essere stato, col suo amico , il corifeo del ciceronianismo. Scrisse di filosofia (De laudibus philosophiae), di pedagogia (De liberis recte instituendis), di teologia (ma il commentario In Pauli epistolam ad Romanos, in cui svolgeva il motivo erasmiano del libero arbitrio, fu condannato dalla Chiesa).

http://www.treccani.it/enciclopedia/iacopo-sadoleto