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PRIMO III
meno de le merito io di non esser aggrauato, di quel che non posso: nondimeno poi che mi co[n] stringete à questo; et che de le cose fatte per necessita, non sene dee, ne puo loda, o biasimo meritare; io amero meglio, esser da uoi di poco sapere, che di molta discortesia accusato. Hauendo ad essere a dunque il discorso nostro de le Rep. conseguetemente sarà del gouerno de le città, in mostrar quali son quelle che si conseruano, et quali quelle altre che rouinano: quli si gouernano bene quali male, et con che leggi et costumi, et finalmente qual sia la uera e perfetta Repu. doue anchora per non lasciar in tutto adietro il nostro primo ragionamento de lantichitaà di Roma, per fabbricar questa Rep. à uso di buono Architettore imitando uoi Sa[n]gallo, et Meleghino getteremo prima i fondamenti: de la città di che intendiamo parlare. Sono pertanto, secondo il comun parere, due gouerni ne la città, uno Reale, l'altro ciuile: Il reale è quelle che ha supremo, et uniuversal imperio sopra i cittadini: Il ciuile l'ha con podesta limitata, et da le leggi assegnata: Sono etiandio due altri gouerni ne la casa; quello del padrone è l'Iconomico; l'uno comanda a i serui, l'altro distribuisse i beni domestici de la casa ala famiglia: Et perche parue al Tolomeo, che il Bino uolesse addima[n]dargli alcuna cosa, o mouergli qualche dubbio, uoltatosi uerso lui disse: se uoi sentite altrimenti di quel che s'è detto fin qui, Messer Bino, dite pure; che per uenir ala perfetta cognitione ele cose disidero ch'ogniun si contraponga ala mia openione, se talhora gli paresse poco conforme alla uerità: percio che il giuditio mio non si compiace però tanto nel parer suo, che pensi essergli uergo-